In mondovisione da Venezia
31 Dic 2003, Pubblicato da INTERVISTE inMaria Grazia Garofoli, Roberto Bolle
e Greta Hodgkinson in mondovisione da Venezia
di Enrico Pieruccini, L’Arena 31 dicembre 2003
Giovedì 1° gennaio: cambiano le abitudini televisive di molti italiani abituati da anni al pranzo di capodanno col sottofondo dei valzer della Filarmonica di Vienna. Non è un addio agli Strauss e a Sul bel Danubio blu, a Schönbrunn e al battimano, in un Musikverein traboccante di fiori, di un pubblico un po’ inamidato che negli anni mostra sempre le stesse facce. Il tradizionale concerto da Vienna quest’anno cambia però canale: andrà infatti in onda su RaiDue in differita alle 13.45, mentre su RaiUno (questa è la novità) sarà possibile seguire, alle 12.25, l’altro concerto di capodanno, quello della Fenice di Venezia, anche questo in mondovisione. RaiTV predilige dunque, programmandolo in diretta sulla prima rete, il concerto dalla Fenice che sotto la direzione di Lorin Maazel proporrà musiche italianissime di Rossini, Verdi e Ponchielli. RadioTre resta invece fedele a Vienna con cui si collegherà in diretta alle 10.52 per il concerto che vede sul podio Riccardo Muti. La diretta veneziana, per festeggiare i cinquant’anni della Rai e la riapertura della Fenice (quella ufficiale è stata il 14 dicembre col concerto, anche questo trasmesso in tivù, diretto da Riccardo Muti alla presenza del Presidente della Repubblica) potrebbe però diventare un appuntamento fisso di capodanno e arrivare a competere con Vienna: il direttore di RaiUno Fabrizio Del Noce ne è convinto. Importante, in questo avvenimento veneziano che proietta la Fenice nel circuito televisivo mondiale, è il contributo di Verona. Il concerto si avvale infatti delle coreografie del direttore del ballo areniano Maria Grazia Garofoli e della presenza di due étoiles che a Verona sono ormai di casa: Roberto Bolle e Greta Hodgkinson. Nell’arco di sette mesi è la seconda volta che la Garofoli crea le coreografie per una diretta su RaiUno. La prima è stata per lo spettacolo per la festa della Repubblica andato in onda la sera del 1° giugno: in quell’occasione, un omaggio alla cultura e all’inventiva italiana con riconoscimenti, tra gli altri, a Dalla, Armani, Trapattoni e Bolle, la Garofoli aveva creato un omaggio a Pinocchio, protagonisti Ambra Vallo e lo stesso Bolle. E ora, grazie anche al sovrintendente Claudio Orazi che ha reso possibili queste due “trasferte” areniane, Verona è in bella mostra nell’importante diretta veneziana: Bolle e la Hodgkinson vi danzeranno infatti, tradendone volutamente lo spirito originario e facendone un orientaleggiante e virtuosistico divertissement, quella danza dei moretti che della Verona lirica è un po’ l’emblema.
«Le riprese di questo passo a due – racconta Maria Grazia Garofoli – sono state fatte il 9 dicembre. All’aperto, su un palco allestito sull’acqua all’isola di san Giorgio, più o meno nella stessa posizione per le riprese, circa trent’anni fa, del filmato Acqua alta su coreografie di Béjart. C’era un bel sole, ma il freddo era polare. Le telecamere, posizionate in basso, hanno ripreso Bolle e la Hodgkinson con la laguna, le cupole di San Marco e il Palazzo Ducale sullo sfondo. L’impressione, magica, è che stiano danzando sull’acqua».
– Problemi, visto il freddo di quei giorni?
«Sì. Perché se la Hodgkinson almeno un body l’aveva, Bolle era a torso nudo, in perizoma. Non potendo disporre, per ragioni di sicurezza, di stufette a gas, gli unici rimedi erano i cappotti, le sciarpe, i berrettoni di lana. Ma la gioia di danzare in un’atmosfera così magica, in una Venezia che amplifica al 100% colori, luci e poesia, ha vinto il freddo polare».
Il concerto veneziano, in un’alternanza di interni ed esterni, proporrà inoltre tre ouverture rossiniane, la Danze delle ore di Ponchielli (esecuzione del Balletto del Sud, coreografia di Fredy Franzuti) e, di Verdi, Va’ pensiero, i ballabili di Otello e, non poteva mancare, Libiam ne’ lieti calici. Che si delinei dunque, a livello mondiale, una lotta all'”ultimo share” tra Va’ pensiero e la Marcia di Radetzky? La poesia di Venezia, comunque, si profila imbattibile.
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